"rivista a-periodica" scritta e diretta da studenti universitari.

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Al-Qaeda, Daesh, Aqi, Isi, Isis, Isil, e Is. Una realtà monolitica o eterogenea? Che differenza c'è?

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Il test di medicina non l'ho capito
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Noi estranei a noi stessi
"L'étranger" di Albert Camus
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L’OTTICA FILOSOFICA
Fra Tarantino e Seneca
La coreografia della truculenza

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  1. Piccola guida al referendum
    La formula del referendum, il quesito referendario, gli aventi diritto: tutto quello che c’è da sapere per un voto corretto e consapevole

    La data, stabilita con decreto del Presidente della Repubblica del 15 febbraio scorso, è quella del 17 aprile 2016. Il tema è la proroga delle concessioni già esistenti per l'estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine dalla costa fino all'esaurimento del giacimento. La formula è quella del referendum abrogativo: l’ultima consultazione di questo genere è avvenuta nel giugno 2011, dunque non pochi saranno coloro chiamati, per la prima volta, ad esprimersi in questo particolare tipo di chiamata alle urne. Per questo motivo, unito alla difficoltà di reperire informazioni imparziali e dettagliate inerenti la materia in questione, per coloro che intendono esprimere un voto meditato e consapevole fondamentali saranno un’attenta ricerca di dati al riguardo e la piena comprensione del parere richiesto al corpo elettorale. Cosa che, in un referendum di questo genere, è tutt’altro che scontata. Il voto in un referendum abrogativo è, infatti, completamente diverso da quello che si è chiamato ad esprimere alle elezioni, siano amministrative o politiche: in questi casi è infatti più facile esprimere un voto “di pancia”, semplicemente apponendo una croce sul simbolo del partito o della lista che più rispecchiano i nostri ideali. Presentandosi alle urne senza neppure aver letto il quesito, in una consultazione referendaria, si corre il rischio non solo di esprimere un voto non adeguatamente ponderato, ma di votare esattamente il contrario di quello che si intenderebbe votare.

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    Last Post by Alessandro Marchetti il 5 April 2016
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  2. Sì all'informazione, no al #bufalendum
    Uno sguardo concreto alla situazione italiana: oltre le fallacie informali dei "No-Triv"

    "Il referendum è illegittimo, fa leva sulla disinformazione dei cittadini e sulla cattiva immagine che una trivella ha nell’immaginario comune"
    Michela Costa, geologa italiana


    Il 17 aprile il popolo italiano sarà chiamato alle urne per un referendum voluto dalle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto; il voto popolare affronterà un problema tecnico e complesso: le trivelle e l'estrazione degli idrocarburi a meno di 12 miglia dalle coste italiane, questione concernente, dunque, 21 delle 66 piattaforme presenti sul territorio nazionale. Si tratta di un referendum abrogativo, è quindi necessario che vada a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto e che la maggioranza dei votanti si esprima con il 'Sì', in questo modo i cittadini si dimostreranno favorevoli a cancellare la norma sottoposta a referendum: ovvero, optando per il 'Sì' se intendano far sì che le strutture possano continuare l'estrazione fino al termine della concessione, oppure fino all'esaurimento del giacimento scegliendo 'No'. Non si tratta, quindi, di un sì o un no alle trivellazioni: i comitati "No-Triv" che cercano di diffondere questo messaggio fanno riferimento solo ad affermazioni infondate.

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    Last Post by Lavinia Peluso il 6 April 2016
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  3. Mind the gap : informazioni sui dati statistici e il loro comune utilizzo
    Alcune considerazioni per orientarsi con le percentuali e i dati statistici

    Gli argomenti scottanti dell’ultima ora vengono sviscerati e remixati dai media ad ogni momento del giorno e della notte poiché il numero di richieste è alto.
    I lettori, i cittadini sono in attesa di risposte e aggiornamenti per capire la vera essenza delle questioni e formarsi un’opinione. Nel caso di un referendum come quello del 17 aprile che incide su fattori economici, ambientali e di produzione, per essere adeguatamente informati è necessario confrontare qualche dato statistico. Controllando fra le prime fonti a sua disposizione il lettore però rimane spiazzato: il fabbisogno nazionale soddisfatto dalle trivellazioni si contende i dati 10% e 11,8%, addirittura se la legge passasse la perdita ammonterebbe al 17,6% della produzione nazionale. Alcuni specificano che il 10% si riferisce solo al gas, mentre il petrolio soddisfa solo il 7% del fabbisogno nazionale. Il ricavo di gas grazie alle trivellazioni oscilla fra 1%, 2%, 3%, 4%; mentre per il petrolio fra 1% e 2%.

    Non è facile interpretare bene i dati, visto che i meccanismi matematici della statistica non sono propriamente alla portata di tutti. Spesso, poi, non si conoscono le fonti poiché talvolta non vengono specificate, ed è evidente che fra alcuni dati ci siano delle incongruenze. Ne consegue che chi legge non riesce ad avere un quadro d’ insieme della questione soprattutto considerando che a seconda del contesto in cui i dati sono inseriti la loro lettura cambia significativamente.

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    Last Post by Giulia Bernacchi il 8 April 2016
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  4. Trivelle e referendum: consigli per questo 17 aprile
    Si è sentito parlare e si è molto discusso sull'argomento, ma quali sono i motivi concreti per cui votare "Sì" o"NO" questo 17 aprile?

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    Come già scritto e discusso ampiamente, il contributo che i cittadini saranno in grado di/ tenuti a fornire con il proprio voto alle urne il 17 aprile è di rilevante importanza: grazie ad esso, infatti, il cittadino potrà abrogare, votando per il "sì'", una parte della norma riguardante le trivellazioni situate entro le 12 miglia dalla costa italiana, permettendo una graduale cessazione delle attività di estrazione di gas naturale e petrolio.

    Il referendum in questione riguarda esclusivamente le piattaforme che sono state costruite, prima dell'abolizione di tale permesso, entro e non oltre le 12 miglia dalla costa. Parliamo dunque di 92 delle 135 piattaforme situate nel Mar Adriatico e nel Mar Ionio, la maggioranza, le cui concessioni scadrebbero, votando per il "Sì", tra il 2018 e il 2034. Dopodiché si procederebbe al totale smantellamento di tali trivelle. In caso contrario, ovvero senza il raggiungimento del quorum e con la conseguente vincita del "NO", le società petrolifere interessate ricorrerebbero alla prorogabilità di queste concessioni, allungando in tal modo i tempi di estrazione, fino al completo sfruttamento e alla totale asportazione del gas naturale e del petrolio presenti nei giacimenti.

    Se si prova a dare un'occhiata alla quantità di informazioni che qualsivoglia piattaforma informatica fornisce al lettore, ci si renderà immediatamente conto della complessità dell'argomento, delle miriadi di sfaccettature che una tale questione può avere e degli innumerevoli interrogativi che può innescare: la chiusura delle trivelle aggraverà il problema della disoccupazione? Le piattaforme inquinano? Esiste e quanto è alto il rischio di un disastro ambientale dovuto alle trivelle esistenti e alla creazione di nuove? Quali saranno gli effetti di questo referendum? Insomma, cosa conviene davvero fare?

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    Last Post by miam il 10 April 2016
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  5. Referendum: si vota per l'ambiente?
    Il parere degli esperti

    Come avremmo ormai tutti avuto modo di prendere atto, i cittadini italiani sono davanti ad un referendum e si troveranno presto alle prese con un SI o con un No da dover spuntare per poter esprimere la loro posizione. Il prossimo 17 aprile si vota pro o contro un’ulteriore limitazione delle attività estrattive presso le nostre coste e da qualche mese a questa parte numerose e caotiche sono state le retoriche e le teorie propinate sul pianeta informazione in difesa dell’una o dell’altra causa. Per un po’ di chiarezza su uno degli aspetti più dubbi e discussi, quello ambientale, ci siamo rivolti a due esperti che hanno in breve risposto alle nostre domande. Quelle che vi proponiamo sono le parole di Francesco Regoli, professore e ricercatore (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente presso l’Università Politecnica delle Marche) e Anna De Biasi, ricercatrice CIBM (Consorzio per il Centro Interuniversitario di Biologia Marina di Livorno ).

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    Last Post by Rachele Pellegrini il 13 April 2016
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  6. Dialogo tra un Monatto e un Appestato
    Ossia Ebola ai tempi della Peste

    Nasciamo soli, viviamo soli, moriamo soli
    Orson Welles


    Si racconta in diverse cronache italiane del 1630, l'assidua attenzione con cui i medici istruivano i propri studenti (sotto ordine statale) riguardo alla cura e alla prevenzione della peste, ormai dilagante. Risale a questo periodo il curioso episodio di un borgo imprecisato, dove un filosofo, improvvisatosi medico, non fornì ai propri studenti dispense atte ad istruirli sulla cura della malattia. Il luminare preferì infatti consegnare un dialogo che egli stesso aveva trascritto, assistendo ad un colloquio fra un monatto ed un povero appestato morente. La voce giunse alle autorità locali che, indignate dalla negligenza di questo apprendistato, fecero incarcerare il dotto, condannato a morte poco dopo, per aver leso gravemente alla formazione dei suoi allievi, compromettendone l'efficienza. Riportiamo adesso proprio quel dialogo che abbiamo ritrovato come allegato al processo di condanna:

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    Last Post by Tommaso Ghezzani il 23 April 2016
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  7. Democrazia, #ciaone
    Il risultato del referendum del 17 aprile come segno dell'ipocrisia del popolo italiano

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    "Una delle facce più appariscenti e vistose del carattere italiano è l'ipocrisia. Ipocrisia in tutte le forme della vita: nella vita familiare, nella vita politica, negli affari. La sfiducia reciproca, il sottinteso sleale corrodono nel nostro Paese tutte le forme di rapporti: i rapporti tra singolo e singolo, i rapporti tra singolo e collettività."
    Antonio Gramsci

    Il 17 aprile il 32,15% della popolazione italiana si è recato alle urne per la tanto discussa consultazione sulle piattaforme trivellari entro 12 miglia dalla costa, percentuale che ha decretato la sconfitta del "Sì" e la vittoria dell'astensione: meno di un elettore su tre ha ritenuto necessario andare al seggio per esprimere il proprio parere riguardo a tale questione, ma ha preferito invece godersi la domenica di sole.
    Ci verrebbe da dire che si tratta di un risultato fin troppo prevedibile: era difficilmente credibile il raggiungimento del quorum riguardo a una problematica tanto tecnica e complessa quanto poco direttamente interessante i cittadini italiani, perché certamente non possiamo dire che abbia una qualche influenza immediata sulla vita quotidiana il fatto che si continui o meno ad estrarre gas nei nostri mari entro le 12 miglia. Non sono bastati gli scandali che hanno portato alle dimissioni di alcune personalità del nostro scenario politico, né gli appelli delle Regioni o le campagne di sensibilizzazione all'argomento che i vari comitati ambientalisti (ma non solo) hanno cercato di portare avanti nonostante l'invito all'astensione da parte del Premier Matteo Renzi e dell'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

    Dando, però, un'occhiata ai risultati dei referendum degli ultimi anni, come quello sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori del 2003, che vide la partecipazione al voto raggiungere il 25%, o come quello del 2005 sulla legge n. 40 del 19 febbraio 2004, "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita", avente pressoché lo stesso risultato, vediamo che la partecipazione politica attiva non rientra affatto nelle prerogative dell'italiano medio

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    Last Post by Lavinia Peluso il 26 April 2016
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  8. La (lunga ed incompleta) storia dei David di Donatello
    L’Oscar italiano in sessant’anni di cinema e d’Italia

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    L’Italia di sessant’anni fa si lascia alle spalle un ventennio di dittatura, un conflitto mondiale, una guerra sociale e civile. Di fronte, molti progetti da realizzare in un paese da ricostruire. Sono gli anni in cui l’ingegnere Pier Luigi Nervi e l’architetto Gio Ponti lavorano al Pirellone di Milano. Gli anni in cui si aprono i lavori per l’autostrada del Sole. A Roma, intanto, si pensa a riallacciare rapporti culturali internazionali in un vecchio scantinato vicino a via Veneto. All’Open Gate Club, infatti, si accolgono stranieri – soprattutto Americani – intrattenendoli con proiezioni dei migliori film in circolazione. È qui che inizia la storia dei David di Donatello.

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    Last Post by Marco Ridolfi il 29 April 2016
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