"rivista a-periodica" scritta e diretta da studenti universitari.

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Terrorismo in sigle
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Al-Qaeda, Daesh, Aqi, Isi, Isis, Isil, e Is. Una realtà monolitica o eterogenea? Che differenza c'è?

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Il test di medicina non l'ho capito
di Marco Ridolfi

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L’OTTICA FILOSOFICA
Arte; reale finzione
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"Il Boss"

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PER ABITARE LE PAROLE
Noi estranei a noi stessi
"L'étranger" di Albert Camus
e la distanza dall'uomo moderno

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L’OTTICA FILOSOFICA
Fra Tarantino e Seneca
La coreografia della truculenza

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  1. Quando la rivoluzione si tinse di rosa (o di nero)
    Per l’anniversario della morte di Guido Crepax, ricordiamo una delle sue donne più famose.

    Introversa, libertina e spregiudicata sono i primi aggettivi con cui possiamo definirla. La si ricorda giovane, sensuale, di bell’aspetto, con quell’inconfondibile caschetto corvino alla Louise Brooks. Rivive continuamente per le sue vicissitudini giovanili, ma il tempo è passato anche per lei. Sulla sua carta di identità si legge come data di nascita il 25 Dicembre 1942. Fotografa di professione ma soprattutto protagonista di storie surreali, è attiva nella Milano altolocata della seconda metà degli anni ’60. Nei salotti dove giornalisti, architetti e intellettuali, seduti comodamente su poltrone di Joe Colombo, discutono di letteratura ed arte. Dove le signore, con abiti disegnati da Paco Rabanne o confezionati da Lancetti, parlano dei medesimi argomenti e di psicanalisi. Lei, figlia di questi ambienti, è tuttavia una donna aperta, dedita a svariate relazioni, occasionali ed extraconiugali; libera e spontanea nel mostrare sé stessa e le proprie perversioni; disinibita a tal punto da spogliarsi di fronte ad uno sconosciuto. Alle femministe non è mai piaciuta, ma di femminismo lei parla indirettamente più di altri. Il suo cognome è Rosselli, di nome fa Valentina: è il personaggio a fumetti di Guido Crepax.

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    Last Post by Marco Ridolfi il 1 Aug. 2016
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  2. Fra Tarantino e Seneca
    La coreografia della truculenza

    Se tracciando una rapida panoramica della storia del teatro e del cinema si dovessero individuare particolari momenti di svolta e di innovazione, due fra le tappe fondamentali sarebbero inevitabilmente le tragedie di Seneca e le pellicole di Tarantino. Nonostante le abissali differenze fra questi due colossi dell'azione scenica (dalle culture di riferimento, fino alla sostanziale differenza fra teatro e cinema) è infatti possibile notare dei tratti comuni a entrambi. Lette nel quadro storico e nel contesto operativo dei relativi autori non si possono non scorgere, sotto innumerevoli tratti, paradigmi che si ripetono, fra i quali primeggiano la violenza quasi tattile che trasuda dalla "messa in scena" e la visione di un mondo cupo, dominato da insormontabili forze del male.

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    Last Post by Tommaso Ghezzani il 2 Aug. 2016
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  3. Noi estranei a noi stessi
    "L'étranger" di Albert Camus e la distanza dall'uomo moderno

    “In un universo subitamente spogliato di illusioni e di luci l'uomo si sente un estraneo. Persuaso dell'origine esclusivamente umana di tutto ciò che è umano, cieco che desidera vedere e che sa che la notte non ha fine, egli è sempre in cammino.”

    "Je voulais dire seulement que le héros du livre est condamné parce qu'il ne joue pas le jeu. Il refuse de mentir." così parla lo stesso Albert Camus riassumendo una delle sue più celebri opere, L'étranger: titolo che accoglie in sé tante contraddizioni quante sono le possibilità aperte, entro il quale è possibile individuare il tratto fondamentale de sa pensée: la filosofia dell'assurdo, o absurdité camusienne. Non parliamo di attualità, ma del modo in cui il filosofo coglie ed esplicita gli aspetti più intimi, e principalmente inconsci, che caratterizzano la natura umana, aspetti che ognuno di noi leggendo queste pagine tenta inutilmente di negare o di disconoscere.

    Al centro dell'opera si colloca l'omicidio che il nostro anti-héros (ou devrions-nous parler d'héros?), monsieur Meursault, commette nei confronti di un arabo con cui un suo amico aveva precedentemente avuto uno screzio. Il nostro protagonista afferma di aver ucciso l'uomo à cause du soleil, a causa della calura estiva della spiaggia algerina: quattro spari che scandiscono in maniera inesorabile lo svolgimento del racconto. L'altro nodo fondamentale è rappresentato dalla morte della madre del protagonista che è annunciata da un freddo telegramma nelle prime pagine dell'opera: proprio il comportamento di Meursault in tale occasione determinerà in maniera decisiva il suo destino. L'interesse dell'autore è quello di evidenziare aspetti particolari dello svolgimento, riscontrabili già nello stesso cognome del protagonista (Mer, Mère, Sol, Meurtre: mare, madre, sole, omicidio) al fine di delineare un ritratto efficace di un personaggio che si rivela tra i più interessanti della letteratura novecentesca.

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    Last Post by Lavinia Peluso il 4 Aug. 2016
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