Già durante il XVIII secolo, il filosofo tedesco G. E. Lessing, approfondiva dettagliatamente, nel trattato del
Laocoonte, lo stretto rapporto che si era andato a creare fra arti figurative e arti letterarie. Egli però ne sottolineava anche la distanza, data dalle differenti modalità espressive che le caratterizzano, nonostante arte figurativa e letteratura fossero state "accomunate" fino ad allora (senza che ne venissero messe in luce le sostanziali differenze) tramite la massima oraziana dell'
Ars Poetica: "Ut pictura, poesis" ("La pittura è come la poesia"). Ma nonostante le diversità, quali fattori hanno influito sul connubio fra arte e letteratura? In che modo tale connubio si è manifestato? Qual è il suo significato?
Per le sue tesi Lessing si soffermava in particolare sul rapporto fra il gruppo scultoreo del
Laocoonte del Belvedere e della descrizione dello stesso troiano, contenuta nell'
Eneide. Il primo, in quanto opera scultorea, è un'
immagine fisica che si contestualizza in una dimensione spaziale; la seconda invece, essendo concepita come un'
astrazione di successioni temporali, si connota in una dimensione temporale. Ne consegue che la scultura potrà solo dare l'impressione del movimento, sebbene la sua fisicità si presenti netta e distinta all'osservatore; il passo poetico al contrario, riuscirà a trasmettere una precisa concatenazione dei movimenti dei personaggi (tramite la narrazione) nella mente del lettore, che però si manifesterà in modo diverso a seconda della fantasia di ogni individuo. Da ciò si possono desumere le differenze espressive fra le due arti; l'arte figurativa infatti utilizza tecniche specifiche per trasmettere quanto più realisticamente il movimento (come l'immagine bloccata ecc...) mentre la letteratura ne userà altre per trasmettere il più precisamente possibile l'aspetto di un' immagine (descrizioni ecc...).
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