"rivista a-periodica" scritta e diretta da studenti universitari.

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Terrorismo in sigle
di Rachele Pellegrini

Al-Qaeda, Daesh, Aqi, Isi, Isis, Isil, e Is. Una realtà monolitica o eterogenea? Che differenza c'è?

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Il test di medicina non l'ho capito
di Marco Ridolfi

quello che manca al numero chiuso per poterlo accettare

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L’OTTICA FILOSOFICA
Arte; reale finzione
o finzione reale?


Risposta alla denuncia di Platone

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RITRATTI
Semplicemente
"Il Boss"

Springsteen: il perdente fortunato
che ha conquistato l'America e il mondo

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PER ABITARE LE PAROLE
Noi estranei a noi stessi
"L'étranger" di Albert Camus
e la distanza dall'uomo moderno

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L’OTTICA FILOSOFICA
Fra Tarantino e Seneca
La coreografia della truculenza

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  1. BOLOGNA, tra la paura di una Dìaz in miniatura e l’ideale di una piccola rivoluzione.
    per cosa stiamo davvero occupando le strade?

  2. Italicum ridisegnato dalla Consulta: e adesso?
    La Corte Costituzionale “riscrive” la legge elettorale e la trasforma in un proporzionale. Com’era l’Italicum, come è stato ridimensionato e cosa ci aspetta in vista delle prossime elezioni.

  3. Terrorismo in sigle
    Al-Qaeda, Daesh, Aqi, Isi, Isis, Isil, e Is. Una realtà monolitica o eterogenea? Che differenza c'è?

    Al-Qaeda, IS, ISIS, AQI, DAESH, ISIL. Tutti termini che hanno intasato le testate di fior fiori di editoriali e i servizi di altrettanti telegiornali, ma che spesso, quando usati senza una reale cognizione di causa, hanno anche fatto in modo che di una realtà estremamente sfaccettata e profonda come quella di cui parlano sia stata trasmessa un’immagine confusionaria o erroneamente monolitica e stereotipata. Quanti di noi possono dire di saper davvero distinguere e collocare spazio-temporalmente tali realtà? Tutte queste sigle, non raramente date in pasto ai lettori come briciole ai piccioni, raccontano infatti di ragioni, pretese, storie e dimensioni diverse e non intercambiabili, di cui è necessario saper distinguere le radici se si pretende di avere un quadro minimamente chiaro di questo fenomeno che tanto ci tocca e ci coinvolge.

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    Last Post by Rachele Pellegrini il 13 Oct. 2016
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  4. Conosciamo la Riforma Costituzionale
    Referendum costituzionale 2016: cosa dice il testo di legge su cui siamo chiamati a votare? Dal bicameralismo differenziato alle modifiche del Titolo V, ecco gli ambiti d’intervento della riforma

    Il referendum costituzionale del 2016, accantonate le polemiche per la mancata candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024, è tornato al centro della discussione politica. Tra appelli a votare SI o NO, promesse elettorali (come se fossimo prossimi alle elezioni politiche e non ad un referendum) e nette presi di posizione, il rischio è quello di perdere di vista quale sia il vero fulcro della discussione: il referendum e la riforma costituzionale che dovrà essere approvata o respinta. Per quanto riguarda il referendum in sé, esso sta cominciando a prendere forma solo in questi giorni: è stata scelta la data, il 4 dicembre 2016 ed è stata presentata la scheda sulla quale gli elettori dovranno apporre il fatidico tratto di matita. Ed è subito scoppiata la polemica. Il quesito presente sulla scheda recita infatti:
    CITAZIONE
    “Approvate il testo della legge costituzionale concernente "disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione", approvato dal parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?"

    Il contenuto, ovviamente, non è illegittimo: sono infatti indicati il titolo della legge costituzionale da sottoporre a referendum e gli estremi della pubblicazione in Gazzetta ufficiale. In molti, però, vi hanno letto una sorta di spot a favore del SI, essendo elencati solo alcuni aspetti della riforma, quelli positivi e maggiormente in grado di fare leva sull’opinione pubblica. La differenza tra questo quesito e quelli dei precedenti referendum costituzionali (2001 e 2006), certamente meno propagandistici e più “oscuri”, sta nel titolo della legge costituzionale. Dunque, il momento migliore per sollevare dubbi era la discussione parlamentare della riforma, conclusasi nell’aprile 2016, durante la quale il titolo della legge poteva essere emendato. Cosa che non risulta che sia avvenuta. Dunque per non cadere nei tranelli di un quesito che a molti appare capzioso, è fondamentale approfondire quali sono i principali ambiti d’intervento della riforma, analizzando eventuali ricadute positive e negative.

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  5. Il test di medicina non l’ho capito
    quello che manca al numero chiuso per poterlo accettare

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    Io non ho capito.
    Non ho capito cosa ci sia di normale in un concorso per frequentare l’università.
    Non ho capito cosa ci sia di naturale nel dramma di migliaia di ragazze e ragazzi esclusi e cosa di ordinario in studenti che frequentano un corso di laurea senza interesse, per poi lasciare.
    Non ho capito la legittimità di una soluzione così importante come il test d’ingresso.

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    Last Post by Marco Ridolfi il 5 Oct. 2016
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  6. C'è bisogno di #fertilitybrain
    Campagna per il #fertilityday: quando l'unica dolce attesa da parte delle nuove generazioni è quella dei diritti di cui si vedono invece privati

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    Notizie dal fronte della natalità: secondo il Ministero della Salute, le donne italiane non fanno abbastanza figli e si rivela necessario “operare un capovolgimento della mentalità corrente volto a rileggere la Fertilità come bisogno essenziale non solo della coppia, ma dell’intera società, promuovendo un rinnovamento culturale in tema di procreazione". Il Paese ha bisogno di nascite: ne va dell'equilibrio della nostra società, equilibrio che, in realtà, si rivela già essere adesso precario, ma che secondo il nostro ministro Lorenzin potrebbe essere invece ristabilito da un aumento della natalità infantile.

    "La fertilità è un bene comune"", un bene della Patria, afferma il Ministero della Salute, tanto comune che dalla campagna è stata addirittura esclusa una qualsiasi comunicazione con l'uomo, la cui partecipazione è invece ovviamente necessaria per il concepimento, mentre ora si sta semplicemente dando per scontato che egli sia disposto a diventare padre: la campagna per il #fertilityday è riuscita, in un tempo record di poche ore, ad offendere pressoché l'intera popolazione italiana, inciampando in un tremendo #fertilityfake.

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    Last Post by Lavinia Peluso il 28 Sep. 2016
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  7. La Costituzione Italiana, 68 anni dopo
    Cosa cambia con la riforma? Qual è il progetto politico alle sue spalle? C’è veramente bisogno di una riforma costituzionale? Editoriale di introduzione al nostro dossier sulla riforma

    L’Italia, prima della fine dell’anno, si troverà di fronte ad una delle più importanti chiamate alle urne della sua storia, il referendum sulla riforma costituzionale “Renzi-Boschi” . La data non è stata ancora stabilita: “Si vota tra fine novembre e inizio dicembre”, ha detto il Ministro Maria Elena Boschi, uno dei promotori della riforma. In ogni caso, si tratta di un voto destinato a cambiare profondamente l’andamento politico del paese. Il grande numero di articoli toccati (47 su 139) e la profonda modifica dell’assetto istituzionale che ne deriverebbe rendono questo referendum costituzionale un vero e proprio voto sul futuro della Repubblica. Come quello proposto nel 2006 (e respinto dal 61,29 % dei votanti), numerosi sono gli ambiti d’intervento della riforma. Abolizione del bicameralismo perfetto e passaggio ad un bicameralismo differenziato in cui una camera (l’attuale Senato) diverrebbe rappresentativa delle istituzioni territoriali. Riforma del procedimento legislativo con divisione delle leggi in bicamerali, monocamerali e monocamerali con intervento del Senato, con introduzione dei procedimenti “a data certa”. Abolizione delle Province e modifica del riparto delle competenze tra Stato e Regioni. A questi ambiti se ne devono aggiungere altri non di secondaria importanza. Tutti questi aspetti saranno oggetto di un unico quesito. Sarà perciò fondamentale un’opera di attenta ponderazione dei diversi ambiti che verranno modificati.

    Certamente aver racchiuso l’intera proposta di riforma in un quesito unico, decisione oggetto di un accesso dibattito che ha coinvolto politici e accademici, è tutt’altro che frutto di una scelta casuale. È invece la chiara dimostrazione di come questo referendum faccia parte di un programma politico molto più ampio. Un programma sul quale l’attuale esecutivo ha scommesso fortemente, a tal punto che il Presidente del Consiglio Renzi aveva, almeno in un primo momento, legato le sorti del suo governo al risultato della consultazione. Tale programma include anche la nuova legge elettorale, il c.d. Italicum, che è entrato in vigore per la sola Camera dei Deputati, scommettendo sull’esito positivo del referendum che porterebbe all’abolizione dell’elezione diretta del Senato. E lo stretto collegamento tra legge elettorale e riforma costituzionale dovrà essere oggetto di un’approfondita riflessione.

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    Last Post by il Fuochista il 13 Sep. 2016
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  8. TTIP per chi ancora non mi conoscesse
    America e Europa per la "Transatlantic Trade and Investment Partnership"

    Nel giugno 2013, il presidente degli Stati Uniti d’America Obama, il presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy e il presidente della Commissione Europea Barroso, annunciavano che Stati Uniti e Unione Europea avrebbero lavorato ad una serie di possibili negoziati riguardanti il commercio oltreoceano e alla proposta di una ridefinizione dell’impresa collettiva di investimenti tra le due potenze coinvolte. Di questi ed altri progetti negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare sotto il nome di TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), soprattutto a causa delle voci contrarie e perplesse alzatesi da molte piazze europee.

    Il TTIP, per chi ancora non lo conoscesse, intende essere un ambizioso e vasto accordo commerciale tra gli Stati Uniti e la nostra Unione, che espanda in modo significativo le relazioni di scambio e investimento già esistenti, incrementi la crescita economica, offra nuovi posti di lavoro e porti a livelli ancora più alti la competitività internazionale. Così ad oggi la trattiva, se venisse firmata da ognuno dei paesi che aderiscono all'Unione Europea, sarebbe pronta per essere conclusa dalla Commissione in accordo con gli Stati Uniti e ratificata successivamente da ognuno degli stati membri.

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    Last Post by Rachele Pellegrini il 20 July 2016
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  9. Cronaca di un breve e inverosimile colpo di Stato
    Golpe mal organizzato o farsa? Dubbi e risvolti degli eventi di una notte destinata a rimanere nella storia della Turchia

    Un colpo di Stato. Durato poco più di quattr’ore. In Turchia, la porta orientale dell’Europa. Questo è ciò che è successo ieri notte. Sono le 22.25 La parola “golpe” inizia a rimbalzare da un’agenzia stampa all’altra. Golpe: termine con cui chi ha meno di trent’anni ha poca familiarità. Gli ultimi colpi di Stato svoltisi nell’Europa geografica, avvenuti entrambi in Turchia, risalgono al 1980 e al 1997 (anno in cui i militari intimarono e ottennero che il primo ministro Necmettin Erbakan si dimettesse). E il recente tentativo di golpe è avvenuto quando la ferita della strage di Nizza era ancora fresca e sanguinante. Così, mentre l’”uomo comune” è ancora sconvolto dall’orrore consumatosi sulla Promenade des Anglais, reporter, giornalisti ed opinionisti si trovano altrettanto spiazzati nel fare quello che per loro dovrebbe risultare più facile: fare informazione.

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    Last Post by Alessandro Marchetti il 17 July 2016
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  10. Il Regno Unito lascia, la politica si indebolisce
    La scelta del referendum racconta di una politica in crisi: la stessa che dovrebbe sostenere pace e diritti. Conquiste che già oggi – ma soprattutto domani – sono sempre meno scontate.

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    Il voto britannico ha sancito la fine (politica) di un’intera leadership: mentre Cameron si dimette, il suo più probabile successore, Boris Johnson, si è già bruciato e Michael Gove, che lo aveva silurato, non si guadagna l’appoggio del partito. I laburisti sfiduciano platealmente Jeremy Corbyn che non cede; il trionfatore Nigel Farage lascia. È la roulette russa de il Cacciatore di Michael Cimino: non c’è nessuna differenza fra vincitori e vinti, tutti riportano i segni di ciò che è successo. Ma se Mike Vronsky ed i suoi si erano ritrovati nell’inferno senza volerlo e meritarlo, non è così per chi comanda(va) nel Regno Unito: un’intera classe dirigente si è dimostrata terribilmente mediocre, perché ha creduto di usare impropriamente una consultazione referendaria senza pagarne le conseguenze.

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    Last Post by Marco Ridolfi il 8 July 2016
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