"rivista a-periodica" scritta e diretta da studenti universitari.

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Al-Qaeda, Daesh, Aqi, Isi, Isis, Isil, e Is. Una realtà monolitica o eterogenea? Che differenza c'è?

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Il test di medicina non l'ho capito
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L’OTTICA FILOSOFICA
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Noi estranei a noi stessi
"L'étranger" di Albert Camus
e la distanza dall'uomo moderno

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L’OTTICA FILOSOFICA
Fra Tarantino e Seneca
La coreografia della truculenza

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  1. Fra Tarantino e Seneca
    La coreografia della truculenza

    Se tracciando una rapida panoramica della storia del teatro e del cinema si dovessero individuare particolari momenti di svolta e di innovazione, due fra le tappe fondamentali sarebbero inevitabilmente le tragedie di Seneca e le pellicole di Tarantino. Nonostante le abissali differenze fra questi due colossi dell'azione scenica (dalle culture di riferimento, fino alla sostanziale differenza fra teatro e cinema) è infatti possibile notare dei tratti comuni a entrambi. Lette nel quadro storico e nel contesto operativo dei relativi autori non si possono non scorgere, sotto innumerevoli tratti, paradigmi che si ripetono, fra i quali primeggiano la violenza quasi tattile che trasuda dalla "messa in scena" e la visione di un mondo cupo, dominato da insormontabili forze del male.

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    Last Post by Tommaso Ghezzani il 2 Aug. 2016
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  2. Ho sempre desiderato andare al cinema da sola
    Nella colorata e vitale cornice del Lucca Film Festival si inserisce anche il concorso dei cortometraggi sperimentali, a cui ho avuto occasione di assistere nel corso seconda giornata dedicata all’ev

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    Prima di tutto, meglio far chiarezza, o almeno provarci, sul significato di cortometraggio sperimentale .

    Posto che per cortometraggio si intende un film la cui durata complessiva non superi i 15-30 minuti e di indipendenza propria, ovvero non da considerarsi come “fratello minore” o “surrogato” del cinema espresso dai lungometraggi, a cosa dobbiamo l’attributo di sperimentale ? Wikipedia non ci aiuta, una definizione precisa non esiste.

    La caratteristica sperimentale si trova a metà fra esperienza e esperimento. Primo, l’esperienza dell’autore: il cinema sperimentale è spesso associato all’autoproduzione e al principiare di una carriera artistica; secondo, l’esperienza trasmessa allo spettatore tramite un uso espressivo dei linguaggi cine-audio-visivi, la creazione di opere suggestive, che esplorano diverse atmosfere, spazio e tempo, realtà e immaginazione, opere estreme, senza limiti di tipo logico o narrativo. L’esperimento riguarda invece il prodotto finale, o meglio, il percorso per arrivare al prodotto finale, lo studio e l’attenzione dedicati all’immagine, addirittura manipolandola (direttamente sul campo o in post produzione), la stretta relazione che spesso intercorre con altre discipline quali musica, pittura, illustrazione.

    Nell’approccio al cinema sperimentale, un consiglio: siate pronti a tutto, a rimanere a bocca aperta come a non capire nulla.

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    Last Post by elenamodena il 25 May 2016
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  3. I nostri cari zombie
    Storia e simbologia di uno dei mostri più celebri dell'immaginario.

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    "Gli zombie siamo noi, arrivati al termine del ciclo della società di massa. Una moltitudine indistinta mossa da un solo impulso, quello di consumare la merce definitiva: l'umanità stessa."
    Giorgio Lavagna

    Se c'è un mostro che, nel corso della storia, è stato volgarizzato e abusato, è il lento, ottuso, affamato, grottesco zombie. Forse perché è anche quello che più si prestava ad essere divorato dalla cultura pop; se i suoi “cugini”, Dracula e la creatura di Frankenstein, sono nati da alcuni dei più importanti romanzi vittoriani, il povero zombie ha visto la luce nei più sgangherati drive-in degli Stati Uniti. Ma nell'arte mai niente è fatto per caso: e il papà degli undead, il regista statunitense George A. Romero, recentemente premiato al Lucca Film Festival, dando vita ai suoi non-morti, ha creato uno dei mostri più carichi di significato che la storia dell'immaginazione abbia conosciuto.

    Premessa: l'idea (così come la parola stessa) dello “zombie” ha origini molto più arcaiche ed esotiche di quanto si potrebbe immaginare, e per ritrovarle dobbiamo navigare fino a Haiti. Secondo gli abitanti dell'isola e il loro originale culto noto come voodoo (che unisce elementi del cristianesimo e dell'animismo africano, e che tutt'ora è religione di Stato della Repubblica di Haiti), uno stregone malvagio, o “bokor”, sarebbe in grado, grazie alla magia nera, di resuscitare i morti per renderli suoi servitori. Questo “mito” ha origine, come molti altri dello stesso genere, da una pratica reale, tipica nelle piantagioni dell'ex-colonia francese, dove a sventurate vittime veniva indotto, attraverso l'uso di droghe e stupefacenti, uno stato di morte apparente, per poi essere risvegliate in uno stato di demenza ed essere trasformate in schiavi.

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    Last Post by Giovanni Giannini il 8 May 2016
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  4. La (lunga ed incompleta) storia dei David di Donatello
    L’Oscar italiano in sessant’anni di cinema e d’Italia

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    L’Italia di sessant’anni fa si lascia alle spalle un ventennio di dittatura, un conflitto mondiale, una guerra sociale e civile. Di fronte, molti progetti da realizzare in un paese da ricostruire. Sono gli anni in cui l’ingegnere Pier Luigi Nervi e l’architetto Gio Ponti lavorano al Pirellone di Milano. Gli anni in cui si aprono i lavori per l’autostrada del Sole. A Roma, intanto, si pensa a riallacciare rapporti culturali internazionali in un vecchio scantinato vicino a via Veneto. All’Open Gate Club, infatti, si accolgono stranieri – soprattutto Americani – intrattenendoli con proiezioni dei migliori film in circolazione. È qui che inizia la storia dei David di Donatello.

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    Last Post by Marco Ridolfi il 29 April 2016
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