"rivista a-periodica" scritta e diretta da studenti universitari.

Chi siamo | Redazione | Collabora


Terrorismo in sigle
di Rachele Pellegrini

Al-Qaeda, Daesh, Aqi, Isi, Isis, Isil, e Is. Una realtà monolitica o eterogenea? Che differenza c'è?

Vai all'articolo
Il test di medicina non l'ho capito
di Marco Ridolfi

quello che manca al numero chiuso per poterlo accettare

Vai all'articolo



L’OTTICA FILOSOFICA
Arte; reale finzione
o finzione reale?


Risposta alla denuncia di Platone

Vai all'articolo

RITRATTI
Semplicemente
"Il Boss"

Springsteen: il perdente fortunato
che ha conquistato l'America e il mondo

Vai all'articolo

PER ABITARE LE PAROLE
Noi estranei a noi stessi
"L'étranger" di Albert Camus
e la distanza dall'uomo moderno

Vai all'articolo

L’OTTICA FILOSOFICA
Fra Tarantino e Seneca
La coreografia della truculenza

Vai all'articolo


  1. Il Regno Unito lascia, la politica si indebolisce
    La scelta del referendum racconta di una politica in crisi: la stessa che dovrebbe sostenere pace e diritti. Conquiste che già oggi – ma soprattutto domani – sono sempre meno scontate.

    0 Comments   81 Views
    .
    Il voto britannico ha sancito la fine (politica) di un’intera leadership: mentre Cameron si dimette, il suo più probabile successore, Boris Johnson, si è già bruciato e Michael Gove, che lo aveva silurato, non si guadagna l’appoggio del partito. I laburisti sfiduciano platealmente Jeremy Corbyn che non cede; il trionfatore Nigel Farage lascia. È la roulette russa de il Cacciatore di Michael Cimino: non c’è nessuna differenza fra vincitori e vinti, tutti riportano i segni di ciò che è successo. Ma se Mike Vronsky ed i suoi si erano ritrovati nell’inferno senza volerlo e meritarlo, non è così per chi comanda(va) nel Regno Unito: un’intera classe dirigente si è dimostrata terribilmente mediocre, perché ha creduto di usare impropriamente una consultazione referendaria senza pagarne le conseguenze.

    Read the whole post...

    Last Post by Marco Ridolfi il 8 July 2016
    .
  2. Il Regno (dis)Unito tra Brexit e Bremain
    Un'analisi del risultato del referendum sulla Brexit del 23 giugno: le contraddizioni del Regno Unito

    0 Comments   142 Views
    .
    «Ho votato "Leave" e non so davvero cosa ho fatto, sono sotto shock, adesso mi sento in colpa. Non credevo il mio voto contribuisse a questo cambiamento.», dichiara un cittadino britannico di fronte alla telecamera di un giornalista, affermazione che ci consente di svelare un aspetto agghiacciante di questo referendum. E' stato il Washington Post a riportare una notizia alquanto preoccupante: il motore di ricerca Google ha riferito che la domanda maggiormente posta a poche ore dal termine delle votazioni è stata: "Cosa succede se il Regno Unito lascia l'Ue?" , seguita da "Cosa è l'Unione europea?" Inconsapevolezza e disinformazione si celano dietro ai risultati di queste votazioni, perché se è vero che la campagna per la Brexit è stata una tra le più contrastanti di sempre, è anche vero che resta dovere fondamentale del cittadino impegnarsi in prima persona per avere un'informazione corretta spingendosi oltre il muro creato dalla confusione mediatica. Si è trattato, infatti, di una campagna volta ad abbindolare i votanti inglesi: è sufficiente pensare ai famigerati 350 milioni di sterline di cui ha parlato Nigel Farage, leader dello Ukip, versati ogni settimana nelle casse comunitarie che, nel caso di uscita dall'Ue, sarebbero stati investiti nella sanità inglese, o alle false ed ingigantite quote di immigrati presenti sul territorio nazionale. Bella figura quella fatta dai britannici, è il caso di dire #thanksmrGoogle.

    Read the whole post...

    Last Post by Lavinia Peluso il 3 July 2016
    .
  3. Bye bye UK!
    Il Regno Unito lascia l’Unione Europea per trovare più autonomia e prosperità. Potrebbe presto scoprire di aver intrapreso la strada verso la propria disintegrazione.

    0 Comments   376 Views
    .
    Il verdetto è giunto: il Regno Unito lascerà l’Unione Europea, questa è stata la scelta del 52% dei britannici in un voto dalla portata storica e che influenzerà non solo il futuro della Gran Bretagna ma anche quello dell'UE. Le prospettive per l'Europa sono due ed opposte: sicuramente nel breve periodo il risultato del referendum darà forza agli euroscettici, che spingeranno affinché negli altri paesi europei si segua l’esempio del Regno Unito. Al tempo stesso, l’uscita della Gran Bretagna dall’UE potrebbe scuotere le leadership europee dal loro torpore e spingerle a trovare delle soluzioni concrete per far fronte alla disaffezione che sempre più cittadini hanno per il progetto europeo, disaffezione dovuta soprattutto alle invise politiche economiche e alla gestione dell'immigrazione e della questione dei migranti.

    Dall’altra parte della Manica intanto, la maggioranza dei britannici pensa sotto sotto ai vecchi fasti di quando la Gran Bretagna era il centro pulsante di un impero.

    “This is our Indipendence Day!” esulta il leader dell’Ukip Nigel Farage, principale promotore del leave. Attorno a lui giovani sostenitori agitano delle bandierine britanniche con euforia. C’è chi festeggia indossando l’Union Jack a mo’ di mantello.

    Tuttavia, proprio il simbolo dell’unità britannica per eccellenza potrebbe essere una delle cose che nei prossimi anni i britannici dovranno lasciarsi alle spalle assieme all’Unione Europea.

    Read the whole post...

    Last Post by Alessandro Agnitti il 24 June 2016
    .
 
Top
Designed by .Arya, coded by bored. Vieni a trovarci su ffmagazine.forumfree.it