1. Born in 1947
    Dibattiti dei Padri costituenti

    La costituzione è il cordone ombelicale di una repubblica, chi la scrive ne è padre fondatore, e dunque creatore del nuovo ordinamento.

    La gestazione dell’Italia unita è stata travagliata e dolorosa, ma non contenta, la neonata nazione si è concessa ancora due guerre sanguinose e il vanto di un regime fascista, prima di diventare Repubblica.
    Ciò accadde il 2 giugno del 1946, con il referendum istituzionale, quando per la prima volta le donne italiane furono accolte alle urne, il re fu esiliato, e il regno d’Italia divenne Repubblica Italiana; a quel punto serviva una costituzione.

    La costituzione italiana ha 556 genitori, 75 dei quali si occuparono più specificatamente della sua struttura nella “Commissione per la Costituzione”.
    La scelsero rigida e scritta, la divisero in 139 articoli riguardanti i principi fondamentali, i diritti e i doveri dei cittadini, l’ordinamento della Repubblica, inoltre aggiunsero alcune disposizioni transitorie e finali.
    Il testo finale della Costituzione della Repubblica Italiana fu battezzato il 22 dicembre e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 1947.

    Assetto dell’assemblea costituente
    La composizione dell’assemblea costituente fu votata a suffragio universale : la Democrazia Cristiana ebbe la meglio, ottenne il 35% dei voti; il Partito Socialista si piazzò al secondo posto con il 20,7%, seguito dal Partito comunista con il 18,9% dei voti; dal versante liberale si schierarono l’Unione Democratica Nazionale e il Partito repubblicano, rispettivamente con 6,8% e il 4,4% dei voti; solo l’1,5% andò al Partito d’Azione.
    La nostra Costituzione costituisce il frutto di una sorta di compromesso tra le componenti essenziali dello schieramento politico italiano.

    Il dibattito fra i costituenti
    Le divergenze fra posizioni politiche così diverse nacquero già dal primo articolo :
    CITAZIONE
    L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

    La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

    I principi di sovranità popolare e democrazia convincevano tutta la commissione ma i dibattiti più controversi sorsero fra Democrazia cristiana e Partito comunista che discussero a lungo se, e se sì come, integrare il riferimento al lavoro.
    Questo dettaglio permetteva a molti partiti di esercitare un’influenza politica e ideologica che sarebbe divenuta fondamento del nuovo ordinamento italiano. Aldo Moro propose una prima formulazione; come controproposta Togliatti abbozzò la formula: “L’Italia è una Repubblica democratica di lavoratori”, così come l’ideologia comunista comanda, in quanto segretario del partito.
    La dicitura venne bocciata poiché poteva risultare classista e la neonata repubblica non poteva ammettere alcuna egemonia ideologica. Fu il democristiano Fanfani a collaudare la dicitura attuale, con largo consenso dei socialisti e dei comunisti.
    Il lavoro è strettamente collegato alla dignità della persona e non può fondarsi sul privilegio, sulla nobiltà ereditaria, sulla fatica altrui, si fonda invece sul dovere, che è anche diritto per ogni uomo di contribuire al bene della comunità nazionale con sforzo e capacità.

    CITAZIONE
    Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

    E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. (Art.3)

    L’articolo 3, uno dei più importanti, fu espressione dello spirito di un’ epoca, post fascista, post bellica, in crisi economica, sociale, culturale, priva di diritti concreti e piena di ingiustizie. Un esponente memorabile che collaborò alla sua stesura Piero Calamandrei, del Partito d’Azione, commentò: “Dà un giudizio, la Costituzione, un giudizio polemico, un giudizio negativo, contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare, attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la Costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani”. Il Partito d’Azione si impegnò a lungo per reprimere le costrizioni del regime e promuovere le libertà. Pochi anni prima sarebbe stato impensabile un testo giuridico che elogia e garantisce un regime di vita dignitoso, nel rispetto di tutte le individualità; era tutto ciò per cui Calamandrei e i suoi colleghi avevano sempre lottato senza la sicurezza di raggiungere.
    Con un paese violentato dalla guerra, con limitatissimi diritti, la realizzazione di un progetto di equità, e di giustizia sociale, senza limiti di razza o fede era un miraggio che nessun esponente coinvolto nella realizzazione del testo costituzionale si sentì di contestare.

    CITAZIONE
    Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

    I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi.

    Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale. (Art.7)

    L’articolo 7 fu uno dei più discussi, riguardando la separazione tra ordine religioso e ordine temporale, un dibattito antico nel nostro paese, dall’impero romano a Dante, dal risorgimento al fascismo. Il principio di laicità non è citato espressamente nella carta costituzionale, ma è uno dei principi su cui si basa la nostra Costituzione. I rivali laici della Democrazia Cristiana si opposero fermamente nell’approvare i Patti Lateranensi che risalivano al regime, ma ci fu un colpo di scena: i comunisti di Togliatti si avvicinarono alle posizioni della Dc votando l’approvazione dell’articolo. Questo fu causa di grande indignazione da parte dei socialisti di Nitti, che considerarono i loro vicini di sinistra dei traditori voltafaccia; avevano davvero permesso che uno dei principi fondanti del socialismo fosse messo in discussione.


    Queste dibattiti all’interno dell’assemblea costituzionale, specialmente quello sull’articolo 7, gettarono le premesse delle elezioni politiche del 1948, che avrebbero visto il Fronte delle Sinistra (PCI e PSI) contro i Democristiani. Schieramenti che determinarono i meccanismi di governo e opposizione fino agli anni ’90, con lo scandalo Tangentopoli.



    PCIIl Partito Comunista fu fondato a Livorno nel gennaio 1921, con un decisivo distacco dal PSI durante il 17° congresso, sotto la guida di Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci. Costoro si basarono su un’ ideologia comunista-leninista di estrema sinistra.
    Dopo il crollo del muro di Berlino, il partito si divise, formando il Partito Democratico della sinistra e il Partito della rifondazione comunista.
    Fra i tanti, fecero parte del PCI e dell’assemblea costituente :
    Palmiro Togliatti: il leader storico del partito, uomo politico e antifascista; si impegnò per trasformare il PCI in un partito di massa ideologicamente pluralistico, definito come “democrazia progressiva”, una novità assoluta per questo movimento.
    Teresa Noce: partigiana e donna politica, fu una tra le 21 donne elette all'Assemblea costituente italiana. Ha presieduto l'Unione Internazionale Sindacale dei Lavoratori tessili e dell’abbigliamento; dal 1959 fu attiva nel Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) e membro della CGIL.


    Democrazia cristianaIl partito democristiano ha guidato la Repubblica Italiana per la maggior parte della sua storia, votando ben 16 presidenti del consiglio dei ministri.
    La sua ideologia è cristiano-democratica, tendenzialmente di centro sinistra.
    La Dc ha sempre sostenuto il regionalismo e il decentramento istituzionale.
    Fra i tanti, fecero parte di questo partito e dell’assemblea costituente :
    Aldo Moro: politico, giurista, presidente del consiglio e uno dei fondatori; si mosse per sostenere ampie coalizioni, con un particolare interesse per il PCI. Fu assassinato nel 1978 dall’organizzazione terroristica Brigate Rosse.
    Amintore Fanfani: segretario e presidente del partito, capo del governo, economista e storico. Nel 1938 fu firmatario del Manifesto della razza.


    Partito d’AzioneL’orientamento del partito si identificava con ideali repubblicani centro-sinistra, più precisamente liberal-socialisti. Il partito d’azione fu l’erede del partito fondato da Mazzini, ed ebbe un ruolo di preminenza nel periodo della resistenza; i fini preposti erano la realizzazione di un progetto di equità e di giustizia sociale, puntando su ideali democratici e di libertà con il Comitato di Liberazione Nazionale.
    Fra i tanti, fecero parte di questo partito e dell’assemblea costituente :
    Emilio Lussu : scrittore, politico, militare, partecipò alla prima guerra mondiale, alla guerra civile spagnola e alla resistenza italiana. Fu uno dei deputati della cosiddetta secessione dell’ Aventino, formata dall’opposizione parlamentare dopo il delitto Matteotti.
    Piero Calamandrei : politico, avvocato e docente universitario. Nel 1925 sottoscrisse il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce, e lavorò alla riforma del Codice di Procedura Civile.
      Share  
     
    .
 
Top