Replying to Fra Arte e Letteratura

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  1. Posted 4/9/2016, 15:25
    Già durante il XVIII secolo, il filosofo tedesco G. E. Lessing, approfondiva dettagliatamente, nel trattato del Laocoonte, lo stretto rapporto che si era andato a creare fra arti figurative e arti letterarie. Egli però ne sottolineava anche la distanza, data dalle differenti modalità espressive che le caratterizzano, nonostante arte figurativa e letteratura fossero state "accomunate" fino ad allora (senza che ne venissero messe in luce le sostanziali differenze) tramite la massima oraziana dell' Ars Poetica: "Ut pictura, poesis" ("La pittura è come la poesia"). Ma nonostante le diversità, quali fattori hanno influito sul connubio fra arte e letteratura? In che modo tale connubio si è manifestato? Qual è il suo significato?

    Per le sue tesi Lessing si soffermava in particolare sul rapporto fra il gruppo scultoreo del Laocoonte del Belvedere e della descrizione dello stesso troiano, contenuta nell' Eneide. Il primo, in quanto opera scultorea, è un' immagine fisica che si contestualizza in una dimensione spaziale; la seconda invece, essendo concepita come un'astrazione di successioni temporali, si connota in una dimensione temporale. Ne consegue che la scultura potrà solo dare l'impressione del movimento, sebbene la sua fisicità si presenti netta e distinta all'osservatore; il passo poetico al contrario, riuscirà a trasmettere una precisa concatenazione dei movimenti dei personaggi (tramite la narrazione) nella mente del lettore, che però si manifesterà in modo diverso a seconda della fantasia di ogni individuo. Da ciò si possono desumere le differenze espressive fra le due arti; l'arte figurativa infatti utilizza tecniche specifiche per trasmettere quanto più realisticamente il movimento (come l'immagine bloccata ecc...) mentre la letteratura ne userà altre per trasmettere il più precisamente possibile l'aspetto di un' immagine (descrizioni ecc...).

    Nonostante queste sostanziali differenze, già riscontrabili nel sopracitato esempio, nel corso della storia, arte e letteratura si sono ugualmente legate. Indubbiamente un legante fondamentale per questo connubio non può che riscontrarsi nella corrispondenza ideologica che, in determinate condizioni culturali, si instaura fra artista e scrittore. Un esempio significativo è dato dalla Commedia dantesca. Nella cantica del Purgatorio, Dante tesse infatti le lodi di un artista a lui contemporaneo: Giotto. Per comprendere la celebrazione dantesca è necessario appunto tenere presente la corrispondente ideologia fra i due uomini, data dalla ricerca di realismo e concretezza, che caratterizava la sensibilità artistica tardo medievale fra il XIII e XIV secolo. Dante riempie infatti il suo poema di immagini concrete e quotidiane per descrivere sia fenomeni fisici, sia moti psicologici, sia concetti teologici. Giotto allo stesso modo, opera una rivoluzione artistica in ambito pittorico a favore del realismo. Egli si svincola infatti dai canoni dell'arte gotica e bizantina, contestualizzando i suoi personaggi, dotati di umana espressività, in spazi concreti e realistici, recuperando la rappresentazione del cielo blu ed abbandonando l' irrealistico fondale dorato.





    Durante l' età romantica è invece la Commedia ad essere celebrata dall'arte figurativa, ancora una volta per una corrispondenza ideologica. Il romanticismo celebra infatti l'interiorità passionale e irrazionale dell'individuo; nulla più delle allegorie dantesche, ora macabre, ora sublimi, ora grandiose, può dunque incarnare lo spirito romantico. Non a caso il massimo illustratore della Commedia è reputato Gustave Doré, incisore tardo ottocentesco. Nelle sue litografie appare appunto una sensibilità romantica volta alla rievocazione della drammaticità e delle atmosfere del poema, specialmente quelle cupe. Le illustrazioni, si prenda come esempio quella relativa alla prima terzina dell'Inferno, sono per questo caratterizzate da una ricorrente atmosfera onirica e rarefatta, che unita alla forte drammaticità emotiva, ottenuta tramite l'utilizzo di una marcata tecnica chiaroscurale, rievoca la forte emotività romantica che il Sommo Poeta aveva raggiunto secoli prima. Il romanticismo non a caso vede nella passionalità della cultura medievale una meta ideale verso cui protendere.

    Un altro valido esempio di concordanza ideologica che spinge un artista ad sipisrarsi ad un' opera letteraria è indubbiamente il gruppo scultoreo Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini. Lo scultore, massimo rappresentante del barocco italiano, non poteva che fare riferimento al più barocco degli autori classici: Ovidio. I virtuosismi semantici del poeta latino, usati nelle Metamorfosi, per descrivere la trasformazione della ninfa Dafne in alloro, sono infatti ripresi da Bernini, che tenta di ricreare il dinamismo e le suddette ambiguità semantiche della descrizione poetica, tramite la tecnica dell'immagine bloccata e di uno schema compositivo aperto, oltre che rappresentando il momento in cui la ninfa è in uno stadio intermedio fra le fattezze umane e quelle arboree. Questo permette indubbiamente allo scultore di raggiungere pienamente un senso di stravaganza e di meraviglia; finalità dell'arte barocca.

    Non è però raro che un artista, nella rappresentazione di un episodio letterario, preferisca privilegiare degli aspetti rispetto ad altri, andando anche contro il messaggio dello scrittore. Questo accade ad esempio nel gruppo Amore e Psiche (versione del Louvre) di Antonio Canova. Egli infatti, attenendosi ai rigorosi canoni della poetica neoclassica, non poteva rappresentare situazioni dall'alto contenuto emotivo e passionale ed era per questo inevitabilmente indotto a ritrarre i due amanti solo nel momento precedente al loro bacio. Questa scelta si allontana però in parte dagli intenti della fonte letteraria, ossia le Metamorfosi di Apuleio. Lo scrittore latino valorizzava infatti anche il lato erotico e fortenemente passionale dell'eros, oltre che la sua finalità divina di perfezionamento morale (su cui si focalizzava Canova).

    In conclusione è dunque possibile affermare che le arti figurative, rispecchiandosi in quelle letterarie e viceversa, sia riprendendosi in toto, sia enfatizzando solo alcuno aspetti, mostrino come l'attività artistica umana, in tutte le sue sfaccettature e mezzi espressivi, nasca dall'esigenza dell'uomo di tradurre concretamente (per contrasto o analogia) l'atmosfera culturale ed ideologica del periodo storico in cui vive.

    Tommaso Ghezzani

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